Il Premio Andrea Parodi, diretto da Elena Ledda, è un festival e concorso di musica mondiale a Cagliari che promuove la lingua e la cultura sarda confrontandola con altre provenienti da tutto il mondo. L'evento vive nel nome del compianto cantautore sardo Andrea Parodi, che si è affermato come interprete di grande valore nel genere musicale mondiale dopo aver avuto una carriera di successo nella musica pop.
Andrea Parodi (Porto Torres, 18 luglio 1955 – Quartu Sant'Elena, 17 ottobre 2006) è stato un cantautore e produttore discografico italiano.
Nasce a Porto Torres, in Sardegna, da padre savonese e madre sarda, e si diploma Allievo Capitano di Lungo Corso presso l'Istituto Tecnico Nautico della sua città natale, dove tornerà a insegnare come docente di Marinaresca.
Nel 1977 fondò un gruppo chiamato Sole Nero e insieme a Gino Marielli e Gigi Camedda matura una lunga esperienza di 10 anni, fino all'ottobre del 1987 nella band pop/rock del Coro degli Angeli, di Sassari. Il gruppo nei primi anni ottanta collabora in studio e dal vivo con Gianni Morandi e realizzeranno ben tre album.
Proprio con Gino Marielli e Gigi Camedda, anche loro fuorusciti dal Coro degli Angeli, nel 1988 forma i Tazenda. Nel 1990 vincono il programma di Raiuno Gran Premio, condotto da Pippo Baudo. Sempre nel 1990 collaborano con Fabrizio De André alla realizzazione dell’album Le nuvole. Partecipano a due Festival di Sanremo (nel 1991 in coppia con Pierangelo Bertoli cantando Spunta la luna dal monte, e l’anno dopo da soli con Pitzinnos in sa gherra).
Sempre nel 1991 i Tazenda vincono il Cantagiro (in coppia con Paola Turci) nella nuova edizione di Ezio Radaelli.
Si impegna anche come regista, dirigendo i video dei Tazenda e alcuni documentari sulla Sardegna, oltre che come produttore di altri artisti sardi, come Marino de Rosas.
Nel 1997 esce dai Tazenda per intraprendere la carriera solista. In un'intervista del 2006 a tal proposito disse:
«Non ho più voluto andare in tv e cantare in playback, ho cominciato a girare per i più importanti festival del mondo... Io mi esprimo bene negli spettacoli dal vivo, sono un cantante emozionale, una mia canzone non è mai uguale da una sera all’altra: dipende da come mi sento.» |
Tuttavia, il suo primo album da solista Abacada non riscuote un grande successo.
Nonostante questo, proprio negli ultimi anni di vita raggiunge l'apice del suo successo collaborando con Noa e con Al Di Meola, con il quale pubblicherà un CD live. Con lo stesso Al Di Meola compie un tour europeo, segnando il tutto esaurito in quasi tutti i concerti. Sulla nascita della collaborazione con Al Di Meola, disse:
«Mi ha notato lui mentre facevo il check sound prima di un concerto a Seui, in Sardegna, contro le scorie radioattive. Durante il concerto era in prima fila e, alla fine, mi ha detto: "Hai la voce più incredibile che abbia mai sentito, voglio fare qualcosa con te". (da quell’esperienza è nato lo spettacolo "Armentos" e il disco "Midsummernight in Sardinia")» |
Il 28 giugno 2003 si è esibito, insieme con il chitarrista Gianluca Corona, al Teatro Civico di Alghero in occasione del momento artistico-musicale all'interno della serata di cerimonia di premiazione del "Premio Nazionale Alghero Donna di Letteratura e Giornalismo". Il 20 luglio 2005 partecipa al concerto-tributo a De André tenutosi all'anfiteatro di Cagliari, cantando Hotel Supramonte.
Nel 2005 ritorna con i Tazenda, con i quali nel 2006 pubblica la raccolta live Reunion. Ottiene insieme alla band un nuovo successo di pubblico: 20.000 le presenze del concerto di Porto Torres (4 giugno 2006), più di 15.000 le presenze del concerto a La Maddalena il 20 agosto 2006.
Tiene l'ultimo concerto il 22 settembre 2006, all'Anfiteatro Romano di Cagliari, con la partecipazione di molti artisti amici.
L'ultimo suo lavoro è Rosa resolza, realizzato in collaborazione con Elena Ledda. Collaborazione professionale che corona un'amicizia e un rapporto umano. L'ultima canzone, Gracias a la vida (di Violeta Parra), è un'esecuzione live dal suo ultimo concerto del 22 settembre 2006 Undici Canzoni/Creazioni di forza e dolore.
Nel 2006 gli viene diagnosticato un tumore allo stomaco, giudicato inoperabile dai medici, che si espande rapidamente anche al fegato. Nel gennaio del 2006 inizia la chemioterapia che lo tiene lontano dal palco per diversi mesi.
Andrea Parodi muore, dopo alcuni giorni di coma, il 17 ottobre 2006 a Quartu Sant'Elena. Numerose furono le manifestazioni e i concerti dedicati all'artista dopo la sua scomparsa.
Elena Ledda (Selargius, 17 maggio 1959) è una cantautrice italiana in lingua sarda.
Nata a Selargius, paese alla periferia di Cagliari, ha frequentato il conservatorio del capoluogo studiando oboe e canto. Nonostante le potenzialità della sua voce da mezzosoprano, ha preferito dedicare la sua carriera al genere folk, sebbene col tempo arricchito di ricerca e sperimentazione.
Al 1979 risale il suo album Ammentos, che ha già tra i crediti quel Mauro Palmas che sarà una presenza fondamentale per la sua carriera: con lui forma nel contempo la band Suonofficina, nella quale sperimenterà un'evoluzione della musica sarda che in futuro la porterà dentro l'ambito della cosiddetta world music. In un certo senso le elaborazioni musicali del canto sardo, fatte da Elena Ledda e Mauro Palmas, pare che derivino, oltre che dalla tradizione, dall'esperienza dei Folk Songs (1964) che Luciano Berio scrisse per Cathy Berberian, nel quale elaborò canti popolari provenienti da differenti paesi. Fra questi vi era un canto sardo Motettu de tristura, eseguito dalla mezzosoprano con grande maestria, in cui si apprezzavano un particolare utilizzo della voce e degli arrangiamenti che molto probabilmente influenzarono le esperienze del cross over nella musica folk dei decenni successivi.
Nel 1984 pubblica il nuovo album "Is Arrosas" e in quegli stessi anni è spesso ospite sul canale regionale Videolina della trasmissione musicale di folk tradizionale sardo Sardegna Canta, di cui un anno ha avuto anche l'onore della sigla d'apertura. Ma accanto a queste partecipazioni che accrescono la sua popolarità, continua la sua ansia di ricerca colta con collaborazioni con artisti quale il re della new Age Andreas Vollenweider. In questo stesso periodo i Suonofficina evolvono nei Sonos, un progetto di gruppo aperto con la finalità di sperimentazione della musica etnica sulla base del patrimonio tradizionale della sua isola.
Negli anni novanta la carriera prosegue con la pubblicazione di Incanti (1993) mentre continua un'attività dal vivo che porterà Elena ad esibirsi in tutto il mondo.
All'inizio del nuovo millennio la cantante ha raggiunto ormai uno stadio di notevole apprezzamento da parte della critica. In seguito alla morte di Maria Carta nel 1994,è lei a divenire l'immagine femminile della Sardegna in musica, pur non eguagliando la popolarità nell'isola ed oltremare della cantante di Siligo.
I dischi Maremannu, uscito nel 2001, e Amargura del 2005, confermano lo stato di grazia raggiunto e una consolidata maturità artistica. Quest'ultimo album, che vede la collaborazione di Lino Cannavacciuolo, si arrischia in sonorità a metà strada tra le vibrazioni ancestrali del patrimonio della Sardegna e quello più codificato e melodico di Napoli. Nel 2007 il Disco Rosaresolza, registrato con l'amico Andrea Parodi, a Sanremo riceve la Targa Tenco al Premio Tenco per il miglior disco in Dialetto e il premio "Città di Loano" per il miglior disco di Musica Popolare 2007. Nel 2008 pubblica Live at jazz in Sardegna e nel 2009 Cantendi a Deus
Nel 2014 si candida nel Collegio Isole alle elezioni europee nella lista di sinistra L'Altra Europa con Tsipras. Nell ottobre del 2016 è ospite nel prestigioso disco di Enzo Avitabile "Lotto Infinito" dove duetta in "Nisciuno Sape". Nonostante Elena Ledda sia originaria della Sardegna del sud, usa con estrema facilità tutte le varianti linguistiche presenti nell'isola. L'artista selargina ha collaborato con Fabrizio De André, Lester Bowie, Don Cherry, Andreas Vollenweider, Savina Yannatou, Maria del Mar Bonet, Paolo Fresu, Noa e Andrea Parodi, Rita Marcotulli, Antonello Salis, Gavino Murgia, Riccardo Tesi.
La musica sarda rappresenta probabilmente uno dei caratteri maggiormente distintivi della cultura dell'isola. I generi principali sono il cantu a tenore, un canto polifonico tipico della Barbagia; il cantu a chiterra, un canto monodico che viene accompagnato dalla chitarra, diffuso principalmente al nord ed al centro dell'isola e la musica delle launeddas, uno strumento musicale a fiato ad ancia battente, costituito da tre canne che vengono suonate contemporaneamente con la tecnica della respirazione circolare. Inoltre vi sono numerosi canti sacri come i gosos, diffusi in tutta l'isola.
Le launeddas sono un antico strumento musicale, che risale almeno all'VIII secolo a.C. Le launeddas sono usate sia nelle cerimonie religiose che per accompagnare i balli (su ballu). Questo strumento è diffuso principalmente nel Sarrabus, a Cabras nel Campidano di Oristano e ad Ovodda nella Barbagia di Ollolai. Tra i più famosi suonatori sono considerati Efisio Melis, Antonio Lara, Dionigi Burranca e Luigi Lai, Giovanni Casu.
Il cantu a chiterra (canto sardo a chitarra in italiano) è una tipica forma di canto monodico in lingua sarda logudorese e gallurese, accompagnato con la chitarra. Questo canto è diffuso soprattutto nella parte nord dell'isola; in particolar modo nel Logudoro, Goceano, Planargia e in Gallura. È molto probabile che alcuni canti esistessero da prima dell'invenzione della chitarra, ad esempio il cantu in re (o boghe in re) che è la forma metrico-musicale sulla quale è fondato il cantu a chiterra, è uno dei modelli generatori o modèle mère come lo ha definito Bernard Lortat-Jacob, tuttavia con l'avvento dello strumento si sono sviluppate dodici varianti, come riportato di seguito.
Ci sono poi altre varianti del canto che possiamo definire complesse, sia per la ricercatezza dei motivi musicali che per la difficoltà di esecuzione.
I principali rappresentanti di questo tipo di canto sono stati Antonio Desole, Gavino De Lunas, Candida Mara, Maria Rosa Punzirudu, Ciccheddu Mannoni, Luigino Cossu, Mario Scanu, Francesco Cubeddu, Tonino Canu e fra i più recenti Francesco Demuro. La rappresentante più conosciuta a livello internazionale è Maria Carta.
Il cantu a tenore è un canto corale polifonico a quattro voci. Il quartetto che compone su tenore (o su cuncordu, su cuntrattu, su cussertu) è formato da su bassu (il basso), sa contra (il baritono), sa mesu boche (il contralto) e sa boche (la voce solista).
Per quanto questo canto sia prevalentemente praticato in Barbagia, sono presenti tenores anche in Ogliastra, nelle Baronie ed in Logudoro.
Per la sua unicità, nel 2005 il canto a tenore è stato inserito dall'UNESCO nel novero dei patrimoni orali e immateriali dell'umanità.
Il tipo di canto più diffuso in tutta l'isola sono i mutos, di cui esistono anche altre denominazioni quali: mutettus (in Campidano), repentina, che tuttavia si riferiscono ad alcune varianti. Il termine mut(t)u è originario del Logudoro dove è attestato sin dall'VIII secolo. Questo tipo di canto fa parte di tutti i repertori sia del cantu a tenore, che del cantu a chiterra e delle launeddas.
I gosos sono dei canti devozionali e paraliturgici. La parola gosos e le sue varianti gotzos, cotzos, ecc. usati nel nord dell'isola derivano dal castigliano gozos, mentre al sud dell'isola le varianti goggius, goccius, coggius derivano dal catalano goigs. E sia gozos che goigs derivano dal latino gaudium «gioia».
Su patriotu sardu a sos feudatarios (Il patriota sardo ai feudatari), anche conosciuto come "Procurad'e moderare, barones, sa tirannia" (Cercate di porre freno alla [vostra] tirannia, baroni) è un componimento rivoluzionario e antifeudale in sardo logudorese, scritto in epoca sabauda da Francesco Ignazio Mannu nel 1794 durante i moti rivoluzionari sardi.
S'hymnu sardu nationale (L'inno nazionale sardo) in sardo logudorese, scritto da Vittorio Angius nel 1842, fu l'inno del Regno di Sardegna sabaudo.
L'inno della Brigata Sassari (noto anche come "Dimonios", cioè Diavoli), è un canto militare scritto in sardo logudorese nel 1994 da Luciano Sechi ed è l'inno della Brigata Sassari.
Sa bena che è uno strumento a fiato, fa parte della famiglia degli aerofoni, ed è affine al piffero o alle launeddas. In genere si realizza con canna palustre con ancia battente. Come strumento è suonato principalmente nella zona centrale della Sardegna.
Altro strumento presente in tutta l'isola è su pipiolu o sulittu, un aerofono a fessura interna, a imboccatura indiretta: è una sorta di zufolo di canna. Questo è chiamato in diversi modi a seconda delle zone: sulittu in Marmilla, pipiriolu o pipiolu in Logudoro, in uso anche nel Campidano di Cagliari, e pipiolu in Barbagia.
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Date: October 2019.
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(1) Sardinia,
(2) Premio Andrea Parodi,
(3) Andrea Parodi,
(4) Fanfara Station,
(5),(8) Elena Ledda,
(6) Riccardo Tesi's Bella Ciao,
(7) Luigi Lai
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